Lavoro e professione

Al via i test di Medicina, Anaao Assomed: «La formazione resta un buco nero». Proteste contro il numero chiuso

Sono circa 63mila gli aspiranti medici che oggi sono alle prese con i test per l'accesso alla Facoltà di medicina, con 300 posti in meno rispetto al 2015, pari a 9.224. Cifre ancora fuori misura e ancora ben lontane, sottolinea l’Anaao Assomed, «da quella programmazione che più volte, numeri alla mano, l'Anaao Assomed ha presentato ai ministeri competenti».

«I trecento posti in meno - continua la nota del sindacato - non riescono a nascondere la mancanza di una programmazione che vede crescere medici laureati, ma inoccupati e disoccupati, all'inseguimento di un accesso alla formazione specialistica. Tra il 2020 e il 2022 essi costituiranno una sacca di almeno 20mila medici, ideale serbatoio per precariato e caporalato 2.0. Mentre il Miur fa cassa con le iscrizioni, a giustificare l'esistenza di cattedre, anche da sopprimere, e ad alimentare un indotto di corsi di preparazione, si continua a registrare un pericoloso disallineamento rispetto ai numeri della formazione post laurea ed alle necessità del servizio sanitario nazionale. Dopo il conseguimento della laurea, i nuovi medici saranno alla mercé delle Regioni, senza chiare regole di ingaggio, e del mercato, senza tutele».

Il rischio in assenza di un’adeguata programmazione è quello di continuare a sfronare disoccuapti. «In un momento di grossi cambiamenti per il Ssn - spiega l’Anaao - all'insegna di una cura “dimagrante” della popolazione medica e dell'intervento pubblico, si rischia di veder crescere la schiera di giovani medici che non sapranno a quali santi votarsi per trovare un lavoro, condannati a cambiare Paese per non disperdere sogni e passioni. La formazione dei medici rimane un buco nero che rischia di ingoiare il futuro non solo delle nuove generazioni, ma anche del servizio sanitario nazionale».

Le proteste contro il numero chiuso
Intanto sale la protesta contro il numero chiuso, a prtire da questa notte, come segnalato da Askanews, con un'azione simbolica in alcune aziende ospedaliere come a Roma e Bologna, dove Rete della Conoscenza, Link Coordinamento Universitario e Unione degli studenti hanno affitto cartelloni: «Chiuso - il numero chiuso chiude gli ospedali».

A Roma un gruppo di studenti dell'Udu e Rete degli studenti medi è arrivato fino alla sede del ministero dell'Istruzione e ha srotolato sulle scale del dicastero un grande striscione: «Buttati fuori dall'università vogliamo scegliere il nostro futuro». Poi stamattina la chiamata a raccolta con presidi e flash mob davanti alla sede di Medicina dell'università La Sapienza di Roma e nei principali poli universitari.

«Medicina ha visto un taglio da 9.513 a 9.224 posti e architettura da 7800 a 6.991» ha dichiarato Andrea Torti, Coordinatore di Link - Coordinamento universitario, sottolineando: «La progressiva riduzione del numero di posti per l'accesso ai corsi con il numero chiuso nazionale è inaccettabile e va a ledere ulteriormente il diritto allo studio, già colpito da un test assolutamente iniquo».

Per Francesca Picci, coordinatrice nazionale dell'Unione degli studenti «è inaccettabile che uno studente in uscita dalle scuole superiori non possa scegliere liberamente il suo percorso di studi, i test non valutano realmente la preparazione, ma vogliono selezionare i futuri studenti universitari» quindi i «test sono un ostacolo anche economico per tutti coloro i quali devono sostenerli e a ciò il governo non dà alcuna risposta, anzi, pare si voglia andare nella direzione di una ulteriore preselezione, come evidenziato da alcune indiscrezioni in merito alle deleghe in bianco contenute nella legge 107».

E Martina Carpani, coordinatrice della Rete della conoscenza, ricorda che la protesta degli studenti contro il numero chiuso ai corsi di laurea in medicina e chirurgia va avanti da anni: «Non si possono infatti trascurare le mancanze di specialisti che già oggi si palesano nel nostro sistema sanitario e, inoltre, l'intero sistema del diritto alla salute necessita sempre di più di essere rivisto alla luce delle trasformazioni demografiche e dell'affermarsi di nuovi paradigmi della sanità pubblica. Diciamo chiaramente che la progressiva riduzione dei posti a medicina porta alla chiusura degli ospedali e dei reparti ospedalieri.

«E infatti - avverte Andrea Torti - dopo anni di denunce da parte nostra cadute nel vuoto, anche l'Ordine dei medici comincia a mettere in discussione questa programmazione».

Udu e Rete degli studenti medi ricordano inoltre che anche quest'anno saranno presenti negli atenei di tutta Italia per distribuire la «Guida al Test sicuro», dove «è indicato tutto ciò che deve accadere per far sì che il test si svolga in maniera regolare, evitando quindi che prove inique e fallaci vadano a condizionare il futuro di studenti già pesantemente danneggiati da questo sistema di accesso». I test proseguiranno i prossimi giorni con Medicina veterinaria (7 settembre) e Architettura (8 settembre), per chiudere il 13 e 14 con professioni sanitarie e medicina e chirurgia in lingua inglese.

E - ricorda l'Udu - «siamo pronti a raccogliere ogni segnalazione di irregolarità», indirizzato alla loro mail dedicata.


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