Medicina e ricerca

Carta della salute mentale: una bussola per il tavolo tecnico del ministero della Salute

di Enrico Zanalda*

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24 Esclusivo per Sanità24

Con la recente istituzione da parte del ministro Giulia Grillo del Tavolo di lavoro in seno al ministero della Salute dedicato alla salute mentale, si concretizza l'opportunità di lavorare sulle istanze contenute nella Carta della Salute Mentale, messa a punto dalla Società Italiana di Psichiatria (SIP) di concerto con la Società italiana di Farmacia ospedaliera e dei servizi farmaceutici delle Aziende sanitarie (SIFO), il Coordinamento Toscano delle Associazioni per la Salute Mentale, la Fondazione Progetto Itaca Onlus e la Fondazione Internazionale don Luigi Liegro.

La Carta della Salute individua tre macro-aree di intervento: miglioramento della qualità della vita dei pazienti e dei familiari con nuovi approcci terapeutici, lo sviluppo di politiche integrate volte al recupero del paziente psichiatrico e il ripensamento dell'organizzazione, strutturale e funzionale, dei servizi di salute mentale regionali.

A pochi giorni dall'istituzione del Tavolo ministeriale, la SIP ha fotografato lo stato dell'arte dell'assistenza dei pazienti affetti da disturbi mentali nel nostro Paese con l'obiettivo di definire una serie di azioni da attuare in stretta collaborazione con il Ministero della Salute. I due referenti della SIP che parteciperanno al Tavolo tecnico avranno la possibilità di indirizzare i lavori sui contenuti della Carta e sulle principali criticità legate alla presa in carico dei pazienti psichiatrici, come la difficoltà di reperimento delle risorse umane ed in particolare di medici specialisti in psichiatria, soprattutto nelle regioni del Nord; la scarsa integrazione del privato sociale e imprenditoriale con i servizi pubblici di salute mentale sia nell'ambito della residenzialità che nelle case di cura neuropsichiatriche, presenti in molte regioni ma non in tutte; la discriminazione effettuata nei confronti dei malati di mente sul luogo di lavoro, nelle questioni di pensionamento e assicurative; la mancanza di un'adeguata programmazione regionale di allocazione delle risorse nei Dipartimenti di Salute Mentale (DSM), in rapporto all'incremento delle incombenze quali gli autori di reato, l'autismo, il Disturbo da Deficit dell'Attenzione e Iperattività (ADHD), i disturbi del comportamento alimentare (DCA); la mancanza d'integrazione progettuale e di risposta con i servizi di confine come i SerD, la NPIA, i servizi di psicologia, quelli per la disabilità e per l'invecchiamento patologico.

Altro punto importante è la situazione di chi si trova tutti i giorni ad avere accanto una persona con disturbi mentali. Estremamente chiara la loro richiesta, ovvero una maggiore collaborazione tra i diversi servizi pubblici affinché l'integrazione garantisca una presa in carico del paziente effettiva. I familiari, inoltre, richiedono maggiori investimenti e maggiore accessibilità e presenza di personale con competenze specifiche nel perseguire la "recovery" dei pazienti.

Allo stato attuale in Italia abbiamo circa 30.000 operatori nei DSM a cui si rivolgono oltre 800.000 persone all'anno, di cui almeno un terzo con patologie così gravi da consumare oltre la metà delle risorse umane ed economiche. Ogni utente, secondo i flussi del Sistema Informativo Salute Mentale, riceve in media una prestazione e mezza al mese; con questi numeri diviene difficile poter pensare di portare alla "recovery" molte persone.
Va segnalato poi che esistono gravi disomogeneità nell'erogazione dei LEA in salute mentale e nel raggiungimento di standard di qualità confrontabili nelle varie realtà regionali. Al fine di ridurre tali differenze la SIP ha proposto alla Conferenza delle Regioni e al Ministero della Salute di integrare due nuovi criteri di monitoraggio sulla salute mentale negli obiettivi LEA regionali a partire dal 2019.

Purtroppo la psichiatria è solitamente la "Cenerentola" nella programmazione dei servizi sanitari, nonostante l'importanza che la salute mentale riveste per il benessere della popolazione. Infatti, nonostante l'attento monitoraggio della spesa, l'incremento della percentuale del Fondo sanitario nazionale per la salute mentale non risulta possibile al momento. Questo resta il principale obiettivo da perseguire nei prossimi anni e per il quale la Società Italiana di Psichiatria si mette a disposizione delle istituzioni con il fine ultimo di dare il proprio contributo per migliorare il percorso diagnostico-terapeutico e assistenziale dei pazienti affetti da disturbi psichiatrici.

*Presidente della Società Italiana di Psichiatria
Direttore del Dipartimento Interaziendale di Salute Mentale ASL TO3 & AOU San Luigi


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