Dal governo

Specializzandi, Giannini conferma: «Mille borse in più rispetto all’anno scorso»

di Marzio Bartoloni

Le borse di studio a disposizione per il prossimo ciclo di specializzazione in Medicina, salgono a 6.500, mille in più rispetto all’anno prima. Un numero che si avvicina al fabbisogno indicato dalle Regioni in 8mila specializzandi all'anno da qui al 2018. A confermarlo è stato la stessa ministra dell'Istruzione, Università e Ricerca, Stefania Giannini in una audizione al Senato: «Dopo un lavoro intenso con il ministro dell'Economia Padoan, per aumentare il nostro numero di borse di studio, siamo arrivati ad aggiungere alle 4.400 borse già previste altre 1.600 arrivando a 6 mila totali. A queste vanno aggiunte quelle che verranno messe a disposizione dalle Regioni. Si dovrebbe arrivare a 6.500 totali».

Il bando a giorni
Lo sforzo economico in più - si stima circa 40 milioni - è stato possibile grazie alla valorizzazione anticipata su cui la Giannini ha ottenuto l'ok del Mef dei risparmi preventivati con il passaggio al nuovo ordinamento didattico per le scuole la cui durata è stata ridotta in media di un anno. Il Miur ha poi attinto anche anche a fondi residuali di alcuni capitoli di spesa. Ora manca solo il bando per il secondo concorso che «uscirà la settimana prossima - aggiunge Giannini - per svolgere così le prove entro il 31 luglio».
Il regolamento per l'ammissione alle Scuole di specializzazione è stato già pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dal 30 aprile, il bando arriva invece in ritardo perché manca la comunicazione da parte delle Regioni del numero esatto delle borse che metteranno a disposizione: normalmente tra li 500 e i 700 contratti. La ministra ha anche chiarito come procede la questione dei ricorsi contro i risultati del primo concorso, in lista dopo il via libera del Consiglio di Stato ci sarebbero almeno 300 aspiranti specializzandi in più: «A seguito delle verifiche fatte dall'Avvocatura dello Stato è emerso - ha spiegato - che in molti casi questi ricorsi risultano inammissibili per la violazione di una norma nota come dell'alternatività dei percorsi, molti ricorrenti infatti hanno fatto ricorso al Tar e contestualmente al Consiglio di Stato in extra ordinem».

Le prime reazioni
Positive le prime reazioni dopo l'annuncio di Giannini sull'aumento del numero di borse. «Una settimana fa pensavo che fossimo arrivati al capolinea del rapporto fiduciario fra docenti e politica. Ora con un grande sforzo congiunto fra il Miur e il Mef, di cui ringrazio il ministro Giannini, abbiamo 6.000 contratti a cui si aggiungeranno quelli regionali. La fiducia è tornata e potremo gratificare un maggior numero dei nostri giovani laureati», ha spiegato tra gli altri Andrea Lenzi, presidente del Cun, il Consiglio universitario nazionale. Parla di «buone notizie» anche la deputata Paola Binetti (Udc Ncd):«Non sono molte, non coprono tutte le esigenze espresse dalla associazione degli studenti di medicina, ma sono certamente più di quelle dello scorso anno e più di quelle annunciate solo un paio di settimane fa». Positivo infine anche il giudizio dei giovani medici: in una nota congiunta l'Associazione italiana giovani medici (Sigm) e il Comitato nazionale aspiranti specializzandi (Cnas) hanno promosso lo sforzo del Miur. Ora però i giovani medici chiedono garanzie sul prossimo concorso e chiedono maggiori sforzi per il futuro: «Sia il primo passo verso l’adozione del piano di rientro che abbiamo richiesto, al fine di assorbire l'imbuto formativo e di garantire il diritto ad una formazione specialistica di qualità ai laureati in medicina, fermo restando l’imperativo di effettuare una adeguata programmazione del fabbisogno di medici».

Sui ricorsi del primo concorso però il Coordinamento mondo medico non molla: «La legge è uguale per tutti e va rispettata soprattutto da parte delle Istituzioni che non rispettando le pronunce dei Giudici possono compiere anche atti di rilevanza penale, quali l'omissione d’atti di ufficio o la inottemperanza di un provvedimento dell’Autorità Giudiziaria». «Non ci fermeremo - avvertono - fin quando non si sarà fatta giustizia su questo concorso, a costo di portare il caso davanti la Corte europea per i diritti dell’uomo».


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