Dal governo
Appropriatezza/ Lorenzin al congresso Fimmg: «Nessun taglio a prestazioni e sanzioni solo per abusi abnormi». Milillo all’attacco: «Dalle Regioni caccia alle streghe. E il testo sul risk non è un benefit»
di Barbara Gobbi
La ministra Lorenzin interviene a sorpresa al congresso Fimmg di Cagliari e somministra l’ennesima “camomilla” ai medici di famiglia: le 208 prestazioni sono «minori» e comunque non ne sarà “tagliata” nessuna: ogni medico potrà effettuarle quando ritiene opportuno e saranno sanzionati solo gli «abusi abnormi», quelli da Carabinieri. Parola di ministra. Che tiene a precisare: «L’appropriatezza è l’atto necessario per la persona giusta al momento giusto e viene deciso solo dal medico. Per ciascuna di queste prestazioni viene indicato cosa fare in base a determinati parametri, ma il medico può derogare e fare quello che ritiene giusto e se serve lo scrive e lo motiva».
Lorenzin si è poi chiesta, a proposito delle preoccupazioni su eventuali sanzioni, quanti potrebbero essere i medici richiamati. «Quelli che hanno commesso abusi abnormi e che in gran parte hanno già davanti i carabinieri». E ancora: il provvedimento nell’occhio del ciclone «non è un decreto Lorenzin, ma nasce da un’intesa nella conferenza Stato-Regioni poi recepito nel disegno di legge Enti locali assecondando la volontà delle Regioni a rinunciare al decremento del fondo sanitario per 2 miliardi 350 mila euro al quale il governo si è opposto in quanto - ha spiegato - ha precisato di preferire i tagli “certosini” a quelli lineari».
L’intervento di Milillo. La platea era tutt’orecchi: Lorenzin ha risposto a un Giacomo Milillo ufficialmente sulle barricate. «Mi consentirai di essere franco, oltre che necessariamente sintetico - ha esordito Milillo -. Comprendiamo la tua necessità di essere istituzionalmente coerente a un patto firmato con le Regioni, ma non possiamo per questo non fare riferimento alle responsabilità che rappresenti, indipendentemente dalla stima che abbiamo per te, anche per il tuo efficace impegno profuso nella difesa del finanziamento del Ssn. I medici italiani tutti, a prescindere da interessi particolari, come testimonia la mobilitazione di tutti i sindacati sotto l’egida della Fnomceo, non condividono i provvedimenti improvvisati e settoriali privi di un progetto complessivo sottostante che vengono imposti al Ssn e che si rivelano alla fine come tagli più o meno lineari di un finanziamento già esiguo. Pur consapevoli dell’esigenza di perseguire la massima appropriatezza delle prestazioni, obiettivo che già da anni sono impegnati a ricercare anche con discreti risultati, i medici italiani tutti, in particolare i medici di famiglia, sono profondamente offesi dal contenuto dell’emanando provvedimento sull’appropriatezza (i cui presupposti scientifici e statistico gestionali sono tutti da dimostrare) e dalle disposizioni sanzionatorie considerate irrinunciabili proprio da quei soggetti istituzionali (le Regioni) che sono state e sono obiettivamente responsabili di inappropriatezze programmatorie, organizzative e gestionali inaudite (tac, centri trapianti, emodinamiche, ecc.). I medici non credono più ai Patti fra Governo e Regioni, dai quali i professionisti sono regolarmente esclusi, che si sono dimostrati patti fra politici fatti al di sopra delle necessità operative dei professionisti e quindi degli interessi dei cittadini. Del resto non tu personalmente, ma il tuo ministero, non ha mai tenuto in conto le proposizioni di chi legittimamente rappresenta i medici, come dimostra la nostra marginale e solo formale consultazione nella definizione del Patto per la salute, il mancato coinvolgimento nel Css e nelle commissioni ministeriali dove compaiono professionisti non rappresentativi e ultima, l’esclusione dal Comitato tecnico scientifico dell’Aifa del componente della medicina generale che trova più ascolto in Europa nell'Ema che in Italia. La lista potrebbe essere lunga e finirebbe con la discutibile gestione del comma 566 che, lungi dal risolvere conflittualità fra medici e professionisti sanitari, in realtà le sta fomentando ancora una volta in ossequio alle volontà della Conferenza delle regioni. I medici non credono più, da tanto, all’attuale formulazione del titolo V della Costituzione che di fatto è stata capace di fagocitare e compromettere l'uguaglianza del diritto costituzionale alla tutela della salute.
«Questi medici guardano con indifferenza all'ipotesi di trovare un sistema uniforme di sanzionamento dei trasgressori, o alla banalizzazione dei suoi effetti, perché sanno che la caccia alle streghe è già iniziata e nessuna regione o azienda terrà conto delle decisioni della conferenza. È ciò non potrà che far male ai cittadini. I medici non considerano compensazione provvedimenti che potrebbero sembrare consolatori sulla responsabilità professionale, sul precariato o sul rispetto dei diritti costituzionali alla contrattazione. Questi sono interessi prioritari che il sistema Paese ha il dovere di perseguire, non benefit dei medici.
Il taglio delle prestazioni ai cittadini, di cui rigetti la responsabilità, è già iniziato da tempo ed aumenterà, non per tua volontà, ma perché le tecnocrazie regionali approfitteranno, già lo stanno facendo, di provvedimenti come questi per ricattare e perseguitare i medici.
Hai ripetuto più volte che tu e il Governo volete la collaborazione dei medici, ma al momento attuale, salvo vostri ripensamenti, l'avete già persa e tantomeno ve la potrà restituire lo scatenare i Nas, la Guardia di Finanza e i funzionari regionali ed aziendali più miopi contro i medici “insubordinati”. I medici non vogliono lo scontro con il Governo, anzi, cercano la sua attenzione ai problemi ingravescenti del Ssn, non solo in termini di finanziamento ma anche di progetto complessivo, razionale, ed appropriato per una sostenibilità futura nell'interesse dei cittadini e non delle amministrazioni regionali. I medici continueranno la loro mobilitazione anche fino allo sciopero in assenza di una risposta a quanto richiesto. Domani la Fimmg proclamerà ufficialmente lo stato di agitazione. Non ti chiediamo impegni in questa sede, ma solo di riflettere sulla gravità delle cose che abbiamo detto e dei sentimenti, che ti testimoniamo, diffusi tra i medici, e condividerli con il Governo per una riflessione nel merito. Il mancato ascolto ma soprattutto il mancato impegno vorrebbero dire che avrete deciso di proseguire senza i medici e/o contro i medici.
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