Dal governo
Attenzione alla donna è strumento di governo. La medicina di genere una via obbligata. Ecco il quaderno del ministero
di Beatrice Lorenzin, ministra della Salute
La medicina di genere si occupa delle differenze biologiche e socioculturali tra uomini e donne e della loro influenza sullo stato di salute e di malattia rappresentando un punto d’interesse fondamentale per il Servizio sanitario nazionale.
Il Quaderno del ministero della Salute affronta questa tematica da vari punti di vista tenendo conto delle peculiarità del nostro sistema-paese, delle varie specialità mediche interessate e delle possibili ricadute per il cittadino. Già nella IV Conferenza mondiale sulle donne tenutasi a Pechino del 1995 emerse l’esigenza di inserire una prospettiva di genere in ogni scelta politica, particolarmente in materia di salute fisica e mentale, partendo dalla constatazione che la «ricerca medica era basata prevalentemente sugli uomini» (Piattaforma d’azione della conferenza). In tale occasione, si stabilì che tutte le azioni programmatiche di governo dovessero avviare politiche indirizzate a uno sviluppo sociale tendente a promuovere eguaglianza ed equità tra donne e uomini anche in materia di salute.
La medicina di genere vuole infatti descrivere le differenze nella prevenzione, nella diagnostica e nella terapia di tutte le malattie, e non necessariamente quelle che prevalgono in un sesso o nell’altro o le patologie dell’apparato riproduttivo. I bisogni sanitari delle donne sono peraltro crescenti, differenti e di particolare complessità. Riuscire a definirli e a sviluppare risposte adeguate è interesse dell’intero Paese.
L’attenzione al genere in sanità pubblica è, infatti, una scelta strategica di politica sanitaria che ha come finalità l’appropriatezza sia nella prevenzione che nella diagnosi, sia nella cura che nella riabilitazione ed è indirizzata ad affrontare tutte quelle malattie comuni a uomini e donne, come le malattie cardiovascolari, neurodegenerative, autoimmuni, respiratorie e i tumori, che presentano importanti differenze tra i due sessi non solo nell’incidenza, ma anche nella sintomatologia, nella prognosi e nella risposta ai trattamenti.
Più recentemente, l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), in un documento che illustra le politiche sanitarie europee in questo decennio, indica il genere come elemento portante per la promozione della salute finalizzata a sviluppare approcci terapeutici diversificati per le donne e per gli uomini. Per arrivare a questa maggiore appropriatezza è però necessario orientare gli interventi sanitari, costruire percorsi specifici, organizzare processi formativi e indirizzare la ricerca in questo campo.
Va naturalmente sottolineato che le differenze tra uomini e donne non sono solo biologiche, cioè legate al sesso, ma anche relative alla dimensione sociale e culturale, cioè alla dimensione di genere, e le strette interconnessioni tra queste due dimensioni rendono ancor più complesso delineare programmi e azioni, organizzare i servizi, informare e comunicare in maniera corretta e completa con l’utenza. La mancanza o l’insufficienza di dati scientifici in alcuni campi di intervento medico o la mancanza della dimensione di genere in alcune analisi statistiche dei dati rende ancora più difficile la costruzione di una medicina più a misura dell’individuo, vale a dire personalizzata, quindi genere-specifica. La dimensione di genere nella salute è pertanto una necessità di metodo e analisi che può anche divenire strumento di governo e di programmazione sanitaria. Per arrivare a questo obiettivo è però necessario:
promuovere un’attività scientifica e di ricerca con un’ottica di genere;
sviluppare attività di prevenzione e individuare fattori di rischio genere-specifici in tutte le aree della medicina;
includere uomini e donne nei trials clinici;
sviluppare percorsi di diagnosi e cura definiti e orientati al genere;
formare e informare il personale sanitario;
includere gli aspetti di genere nella raccolta e nell’elaborazione dei flussi informativi e nella formulazione dei budget sanitari.
In questa cornice si inserisce la monografia pubblicata in occasione della “Giornata Nazionale della salute della donna” che si celebra per la prima volta il 22 aprile di quest’anno, a seguito di direttiva istitutiva della Presidenza del Consiglio dei ministri.
La data, non a caso, coincide con il giorno della nascita del premio Nobel Rita Levi Montalcini, esempio di dedizione e del prezioso contributo che le donne possono fornire alla ricerca e alla medicina.
Il Quaderno, dunque, grazie alla collaborazione di prestigiosi esperti intende sottolineare il contributo della medicina di genere alla sviluppo di una sanità personalizzata, a misura delle donne e degli uomini. È destinato innanzitutto ai medici di famiglia, a coloro quindi che più di ogni altro promuovono e monitorano la salute dei nostri cittadini e possono attuare una medicina che si basi sull’appropriatezza della diagnosi e della cura in un’ottica di genere. Inoltre, essendo scaricabile in formato elettronico dal portale ministeriale e scritto con uno stile semplice e lineare, pur se scientificamente ineccepibile, risulta godibile peraltro anche da quanti, nel pubblico dei non addetti, vogliano arricchire le proprie conoscenze partendo da fonti autorevoli e sicure.
In considerazione della vastità dello scenario descritto, gli argomenti brevemente trattati non esauriscono sicuramente tutte le differenti finalità della medicina di genere. Tuttavia, la varietà degli interessi della medicina di genere è ben rappresentata da una serie di brevi articoli che illustrano lo stato dell’arte e le prospettive nell’ambito di alcune malattie di grande rilevanza per il Servizio sanitario nazionale.
Dopo una prima parte sistematica e programmatica che comprende articoli sulle politiche sanitarie in un’ottica di genere, sui relativi determinanti di salute, sull’organizzazione sanitaria, sullo stato dell’arte in ambito legislativo e sul ruolo chiave della medicina di base, nella seconda parte il volume illustra lo stato dell’arte relativo ad alcuni aspetti clinici. Sono infatti trattate alcune malattie come i tumori, le demenze, le malattie cardiovascolari, autoimmuni, endocrine e respiratorie, l’artrosi e l’obesità, descrivendo le principali differenze tra l’uomo e la donna nell’incidenza, nella sintomatologia, nel decorso clinico e nella risposta alle terapie farmacologiche.
Un articolo dedicato ai trapianti d’organo mette in luce come le differenze di sesso e genere interagiscano ed entrino in gioco nel trapianto d’organo: le donne sono più spesso donatrici che riceventi mentre i riceventi sono soprattutto uomini.
La ricerca biomedica nell’ambito della medicina di genere in quest’ultimo decennio ha fatto grandi progressi, per esempio nei meccanismi patogenetici, e ora sappiamo che anche la cellula isolata ha un sesso e caratteristiche e suscettibilità farmacologica diversa se femminile o maschile.
Esiste infine nel nostro Paese una rete di esperti nel settore che con spirito di collaborazione e professionalità sta lavorando affinché la medicina di genere non rimanga una disciplina separata e isolata, ma divenga una dimensione della medicina che attraversa tutte le specialità.
© RIPRODUZIONE RISERVATA