Dal governo
Global Fund, Italia nella top ten dei donors: 130 mln per il triennio 2017-19. Bill Gates: «Grazie per aumento dei fondi»
di Lucilla Vazza
L'Italia mette il turbo e aumenta del 30%, pari a 130 milioni di euro, il proprio contributo al Fondo Globale per il triennio 2017-19. L’annuncio ufficiale per voce del sottosegretario agli Affari esteri, Benedetto della Vedova, è arrivato oggi a Roma alla conferenza «Il contributo del Fondo globale alla salute globale nell'ambito dell'agenda 2030», organizzato all'Istituto superiore di sanità da ministero degli Affari esteri, Fondo Globale, Amici del Fondo globale e Iss. Oggi l’Italia, con 850 milioni di euro di contributi versati al fondo globale dal 2002, rappresenta oggi il settimo Paese donatore. Nel pomeriggio è arrivato il fondatore di Microsoft, Bill Gates, che con la moglie Melinda ha dato vita alla più importante fondazione impegnata nella lotta all’Aids e alla malaria.
Lorenzin: Italia in prima fila
«Il Fondo Globale per la lotta contro l'Aids, la tubercolosi e la malaria «ha fino ad oggi contribuito a salvare più di 17 milioni di vite umane e si è confermato il principale finanziatore nel settore della salute globale assicurando il 57% dei finanziamenti internazionali per la tubercolosi, il 44% per la malaria e il 22% per la lotta all'Aids». Sono i dati evidenziati dalla ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, che ha aperto i lavori del convegno internazionale . Il Fondo Globale, ha ricordato, «sostiene oltre 470 programmi in più di cento Paesi assicurando la terapia antiretrovirale contro l'Aids a 8,6 milioni di individui, fornendo cure contro la Tbc a 15 milioni di persone e distribuendo 600 milioni di zanzariere trattate con insetticida per la prevenzione della malaria». Dunque, ha commentato Lorenzin, «è fondamentale il ruolo giocato dall'asset sanitario nell'affrontare le crisi geopolitiche di questi anni, perché dove arrivano medici, medicine e infrastrutture sanitarie, si dà speranza alle persone e si sostiene la pace». L'Italia, ha assicurato il ministro, «vuole continuare a partecipare al Fondo e siamo già nella top ten dei contributori: si tratta per noi di un investimento strategico e umanitario. Non siamo all'anno zero e molti risultati sono stati ottenuti, ma il lavoro più grande da fare sta oggi nella costruzione dei sistemi sanitari nei Paesi che ne hanno bisogno».
Ma oggi Lorenzin ha incontrato il fondatore di Microsoft, Bill Gates: «La salute è un problema globale- ha detto la ministra - Abbiamo bisogno di un impegno collettivo per proteggere i cittadini del mondo. Con Bill Gates crediamo nel ritorno di un Global fund dell'Italia e la sanità sarà un tema fondamentale del G7». Ha aggiunto Lorenzin: «Bisogna combattere la fame, le malattie e strutturare i sistemi sanitari dei Paesi poveri per scongiurare future pandemie. In questo senso, l'Africa merita un focus a parte: dobbiamo costruire per milioni di persone opportunità per non dover fuggire dai loro Paesi», ha concluso.
Gates: Grazie Italia
«L'incremento annunciato oggi da parte del governo italiano per il fondo globale contro l'Aids, la Tbc e la Malaria è un altro grande segno del fatto che l'Italia sta intensificando il suo impegno per i più poveri e vulnerabili e spero di vedere l'Italia diventare ancora una volta uno dei maggiori sostenitori della lotta contro le malattie mortali che stanno ancora uccidendo 3 milioni di persone ogni anno». Lo ha detto Bill Gates ringraziando l'Italia per l'aumento della contribuzione al Global Fund del prossimo triennio. Gates ha sottolineato come l'Italia «sia un Paese in prima linea sul fronte dell'immigrazione e comprende che stiamo vivendo in un mondo interconnesso e che ognuno ha la responsabilità di aiutare i più svantaggiati ad accedere ad un sistema sanitario migliore e a vivere più sicuro nel proprio paese. Ci sono molti segni incoraggianti - ha detto - del rinnovato impegno dell'Italia nelle relazioni internazionali».
Iss: nasce il Centro nazionale per la Salute Globale
Proprio con l'obiettivo di contribuire al rafforzamento dei sistemi di salute a livello globale, ha quindi annunciato il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità, Walter Ricciardi, «prende il via presso l'istituto il nuovo Centro nazionale per la salute globale: si occuperà di ricerca e del coordinamento scientifico delle attività di intervento. Per questo - ha concluso - abbiamo appena emanato il bando per la nomina del direttore del nuovo centro».
De Biasi (Pd):
il Fondo tuteli anche donne e bambini da violenza sessuale
Per impegnare il Governo a proseguire con le azioni e gli investimenti a supporto del Fondo, al Senato è stata presentata una mozione a prima firma Emilia De Biasi (Pd).
La presidente della commissione Salute a Palazzo Madama intervenendo al convegno ha auspicato che il Fondo possa essere «anche a tutela della salute delle donne e dei bambini», ricordando come in molti Paesi in via di sviluppo la violenza sessuale produca spesso più vittime di varie malattie. «Mi aspetto - ha detto De Biasi - che si mettano a sistema le diverse risorse del Global Fund e che le istituzioni sappiano collaborare senza sprechi, ma mi aspetto anche che i fondi siano ben spesi e impiegati pure per fare ricerca, perchè senza la ricerca cade la speranza».
Fondamentale, ha aggiunto, è però «anche puntare all'autonomia femminile e alla tutela della salute della donna. La cartina tornasole della civiltà planetaria sta infatti nel rispetto delle donne e nella tutela della loro salute come diritto universale. Così - ha concluso - si tutela al contempo la salute dei bambini e si attua una strategia complessiva di innalzamento della salute di un Paese».
La storia del Fondo Globale
L’Italia ha avuto un ruolo di primo piano nel Fondo globale sin dalla sua fondazione, quando in occasione del G8 di Genova del 2001 si impegnò a contribuire con 200 milioni di dollari, divenendo così il secondo donatore dopo gli Stati Uniti e acquisendo di diritto uno dei seggi unici riservati ai maggiori donatori nel consiglio di amministrazione. Fino al 2008, l'Italia è stata il terzo donatore in assoluto del fondo globale, con un'erogazione totale di 790 milioni di euro, pari all'8 per cento del totale delle risorse di tutti i donatori; nel periodo 2006-2008 l'Italia versava mediamente 130 milioni di euro all'anno; tra il 2009 e il 2013, il Governo in carica non ha mantenuto gli impegni verso il fondo e ha mancato l'erogazione dei contributi già promessi per gli anni 2009 e 2010. Non avendo annunciato alcun contributo, inoltre, in occasione della terza conferenza di rifinanziamento del fondo, l'Italia ha perso il seggio unico al consiglio di amministrazione.
La svolta nel 2013, quando durante la quarta conferenza di rifinanziamento del fondo, l'Italia ha annunciato il proprio rientro fra i donatori impegnandosi con un contributo per il periodo 2014-2016 pari a 100 milioni di euro; nel novembre 2014 il ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale e il Fondo globale hanno firmato un protocollo d'intesa nel quale viene specificamente menzionato l'interesse dell'Italia a partecipare ai CCM in alcuni Paesi prioritari per la cooperazione italiana, quali Sudan, Etiopia, Afghanistan e Burkina Faso, nonché l'intenzione di esplorare l'opportunità di fornire assistenza tecnica in Eritrea e in Somalia. L’Italia, con 850 milioni di euro di contributi versati al fondo globale dal 2002, rappresenta oggi il settimo Paese donatore.
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