Dal governo

Inail: tra gennaio e marzo 194.106 denunce (+50,9%) e 189 decessi (+2,2%)

di Red.San.

S
24 Esclusivo per Sanità24

Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail tra gennaio e marzo sono state 194.106 (+50,9% rispetto allo stesso periodo del 2021), 189 delle quali con esito mortale (+2,2%). In aumento anche le patologie di origine professionale denunciate, che sono state 14.517 (+6,9%). Lo rileva l'Inail che ha pubblicato i dati sul proprio sito. "Il numero degli infortuni sul lavoro denunciati ha fatto segnare un +46,6% nella gestione Industria e servizi (dai 109.662 casi del 2021 ai 160.813 del 2022), un -0,4% in Agricoltura (da 5.891 a 5.866) e un +109,1% nel Conto Stato (da 13.118 a 27.427)". Incrementi degli infortuni "si osservano in tutti i settori produttivi, in particolare nei Trasporti e magazzinaggio (+166,9%), nella Sanità e assistenza sociale (+110,4%) e nell’Amministrazione pubblica (+73,8%)".

L'incremento dei casi mortali di incidenti sul lavoro rilevato tra i primi trimestri del 2021 e del 2022 è legato solo alla componente femminile, i cui casi mortali denunciati sono passati da 14 a 24, mentre quella maschile scende da 171 a 165. Secondo i dati Inail, sono in aumento le denunce dei lavoratori italiani (da 158 a 163), in calo quelle dei comunitari (da 9 a 8) e in parità quelle degli extracomunitari (18 in entrambi i periodi). Dall'analisi per classi di età, da segnalare gli aumenti dei decessi tra gli under 40 (da 34 a 49 casi) e tra i 45-49enni (da 22 a 24), in calo quelli tra i 40-44enni (da 17 a 16).

"La giornata di oggi sulla sicurezza del lavoro - ha sottolineato il presidente dell'Inail, Franco Bettoni - ci permette di tenere alta l'attenzione ma di sicurezza dobbiamo parlare tutti i giorni anche a livello familiare". Per Bettoni il Governo "ha già fatto modifiche importanti al Testo Unico nel quale il tema della formazione diventa centrale". "Abbiamo fatto un accordo con Ferrovie - ha detto ancora - e ne sottoscriveremo altri. Servono ovviamente il rispetto delle norme e l'applicazione delle sanzioni ma serve soprattutto un salto culturale, anche insegnando la promozione della salute e della sicurezza fin dalle scuole".


© RIPRODUZIONE RISERVATA