Imprese e mercato

Centralizzazione degli acquisti, Assodiagnostici: «Così si congela il mercato ostacolando l’innovazione»

di Massimiliano Boggetti (presidente Assodiagnostici di Assobiomedica)

La stretta sulla centralizzazione degli acquisti definita nell'ultima Legge di Stabilità rappresenta un passaggio sicuramente delicato per il settore sanitario e Assodiagnostici, come tutta Assobiomedica, è cosciente dei rischi che ne possono derivare: un mercato “congelato” per un elevato numero di anni, standardizzato e con pochi fornitori impedirebbe di fatto l'accesso tempestivo dell'innovazione tecnologica di qualità, minando l'universalismo del nostro Servizio sanitario nazionale.

In una sanità moderna che sta muovendo passi da gigante verso la medicina di precisione, i bisogni dei pazienti non possono essere considerati standardizzabili e dunque gli acquisti non possono essere massificati. In questo senso la diagnostica in vitro gioca un ruolo fondamentale: oggi più del 70% delle decisioni cliniche viene presa con il supporto dei dati provenienti dal laboratorio, contribuendo contestualmente al contenimento della spesa sanitaria in naturale aumento.

Per questo, come rappresentante dell'industria di diagnostica in vitro ritengo fondamentale sostenere e condividere in pieno l'appello lanciato da Sibioc – Medicina di Laboratorio alle istituzioni e alle associazioni dei pazienti. Il coinvolgimento dei professionisti di Medicina di Laboratorio, nella fase di scelta dei sistemi diagnostici, è oggi quanto mai necessario se si vuole mantenere un Servizio sanitario efficiente ed evitare inutili sprechi di risorse. La centralizzazione degli acquisti tende invece a standardizzare su intere regioni gli acquisti, puntando al prezzo come criterio principale attraverso una iper-competizione generata dalla dimensione della fornitura.

Contrariamente il mercato della diagnostica di laboratorio è fatto di forniture complesse, articolate e differenziate, la cui scelta non può escludere il suo utilizzatore, ovvero il professionista di Medicina di Laboratorio, unico conoscitore delle implicazioni che deriverebbero da decisioni di acquisto prese senza tener conto del valore dell'innovazione contestualizzata in quel determinato laboratorio. Ed è frustrante per un professionista non poter scegliere e usufruire dell'innovazione tecnologica a disposizione sul mercato, quando essa rende possibile percorsi diagnostico-terapeutici che risolvono patologie in fase iniziale, che altrimenti avrebbero evoluzioni gravi e costi assai più onerosi non solo in termini economici, ma soprattutto in termini di salute, quindi sociali per i cittadini.

Oggi l'industria della diagnostica in vitro investe circa il 6% del proprio fatturato in ricerca e sviluppo per fornire quotidianamente ai medici di medicina di laboratorio test sempre più accurati e affidabili, tecnologie sempre più automatizzate che aiutano a ridurre l'errore clinico, e nuovi marcatori capaci di identificare in maniera sempre più precoce l'insorgenza di una patologia.

Gare nazionali o regionali con un unico o con pochi fornitori, decise da “non addetti ai lavori” non solo limiterebbero la concorrenza e la possibilità di usufruire dell'innovazione tecnologica in continuo aggiornamento, ma metterebbero a rischio anche un supporto fondamentale che è quello dell'assistenza tecnica e specialistica messa oggi a disposizione dei laboratori di analisi sul territorio dall'industria.

Acquistare in modo appropriato in medicina di laboratorio significa limitare l'errore clinico che comporta ricadute negative sul paziente e aggravio di costi per il sistema sanitario; significa attuare programmi di prevenzione appropriati che migliorino le condizioni di salute del cittadino e limitino gli altissimi costi di ospedalizzazione futuri.

La medicina di laboratorio, e più in generale l'industria della diagnostica in vitro, ha già pagato un conto salato negli anni passati in termini di mancati investimenti in tecnologie innovative, che hanno portato a un drastico calo degli investimenti in ricerca. Se si vuole valorizzare il nostro Servizio sanitario, e di conseguenza il Paese, è fondamentale promuovere la prevenzione e la medicina di precisione, dando alle imprese fiducia e voglia di investire in Italia. Norme come il taglio dei prezzi di contratti regolarmente stipulati con gli enti sanitari, il rimborso da parte dell'industria del superamento dei tetti di spesa con il “payback” e una centralizzazione degli acquisti troppo spinta fanno male al Paese, alle imprese, ai professionisti e soprattutto all'offerta sanitaria per i nostri cittadini.


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