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Covid/ Merck: buona la salute degli italiani ma preoccupa la condizione psicologica

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Gli italiani sono una delle popolazioni europee che dichiara il miglior stato di salute fisica a quasi due anni dall’inizio della pandemia. Ben il 56% dei cittadini italiani (rispetto al 54% degli europei), infatti, afferma che il proprio stato di salute fisica attuale è buono o molto buono. Solo il 45% (la stessa percentuale degli europei), però, valuta allo stesso modo la propria salute mentale. I problemi psicologici vengono indicati come la principale conseguenza della pandemia.
Queste sono solo alcune delle conclusioni dell’”Indagine Merck: la percezione della salute degli europei a due anni dall’inizio del Covid-19", un'iniziativa realizzata con il supporto tecnico di GAD3, che ha coinvolto 6.000 persone di età compresa tra 18 e 65 anni provenienti da dieci paesi (Germania, Belgio, Spagna, Francia, Italia, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca e Svizzera).
"Questa pandemia ha innescato la più grande crisi sanitaria, sociale ed economica in quasi un secolo e, con la speranza di avere superati i mesi più critici, in Merck volevamo conoscerne l'impatto sulla salute e sullo stile di vita degli europei - afferma Marieta Jiménez, Senior Vice President di Merck in Europa -. Riteniamo che solo avvicinandoci e chiedendo alle persone cosa sentono, pensano e di cosa hanno bisogno, possiamo fornire risposte alle diverse sfide per la salute. Una società sana è la base per costruire una società più forte, più sicura e più prospera".
Secondo l'indagine il 36% degli italiani ha sviluppato la paura del contatto fisico con altre persone mentre il 15% ha posticipato i propri progetti di genitorialità a causa della pandemia, e questo dato rappresenta la percentuale più alta in Europa. L'84% (75% degli europei), inoltre, ritiene che la crisi sanitaria abbia influito sul normale decorso delle cure oncologiche. Il tumore è la patologia che genera maggiore paura tra la popolazione italiana

La pandemia ha anche stimolato l'uso di nuove tecnologie per la salute. L'indagine Merck conclude che 7 europei su 10 affermano di sentirsi a proprio agio o sempre più a proprio agio con la telemedicina, sebbene la metà di loro preferisca ancora i consulti medici in presenza. Inoltre, 8 su 10 cercano su Internet informazioni riguardo a sintomi e malattie prima di fissare un appuntamento. Regno Unito, Italia e Polonia sono i più propensi a farlo: 1 italiano su 2 lo fa spesso o sempre.

"Questa crisi sanitaria ha rappresentato un grande campanello d'allarme sulla necessità di dare priorità più che mai al valore della scienza e dei professionisti che lavorano al servizio della salute - sottolinea Jan Kirsten, Managing Director & President, Healthcare, Merck Italia -. Le conclusioni di questa indagine fanno emergere che gli italiani, come il resto degli europei, sono più che mai consapevoli dell'importanza di avere un ecosistema sanitario solido, innovativo e pronto ad affrontare ogni possibile sfida, per quanto impegnativa possa essere".


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