In parlamento

Anoressia killer: alimentazione forzata se c’è pericolo di vita. La proposta shock del Pd

di L.Va.

Una proposta di legge per rendere possibile il trattamento sanitario obbligatorio nella cura dei gravi disturbi del comportamento alimentare. A presentarla la deputata del Pd, Sara Moretto. Una proposta che va ad integrare la legge esistente sul trattamento sanitario obbligatorio ma che va anche, se non soprattutto, ad assicurare una “presa in carico” specializzata al momento del ricovero. Il punto centrale, in fondo, è proprio questo. Ad oggi, quando una persona soffre di disturbi alimentari e viene ricoverata d'urgenza, tranne alcuni casi non c'è un team specializzato che prende in cura il paziente. Si finisce in un reparto di psichiatra, nella maggior parte dei casi. Se si tratta di un minore, in un reparto di pediatria. Manca, però, una equipe specializzata nella cura dei disturbi alimentari. «Il tema trattato dalla proposta di legge, che nasce dal confronto sull'esperienza e sulle competenze maturate all'interno dell'Ulss 10-Veneto Orientale, dove è attivo un Centro che ha raggiunto risultati riconosciuti in tutto il territorio nazionale, è senza dubbio molto delicato. Sono tuttavia convinta - afferma la Moretto - che sia urgente fornire alle famiglie delle persone affette da disturbi del comportamento alimentare uno strumento per evitare di dover assistere alla morte dei loro cari». «È una proposta, che vede dietro il Pd ma anche altre forze politiche, che non ha costi, chiede uno sforzo organizzativo da parte delle Regioni ed un trattamento uguale in tutte le Regioni. Lo scopo è anche quello di avviare un dibattito e di capire le intenzioni del Governo. Sono convinta che può avere un futuro».

Un fiocco lilla per la giornata nazionale
«Ci adopereremo affinché venga riconosciuta la data del 15 marzo come la giornata nazionale dei disturbi del comportamento alimentare e per questo oggi abbiamo consegnato a tutti i partecipanti un fiocco lilla, simbolo della ricorrenza», ha aggiunto Giusi Poletti, rappresentante del coordinamento nazionale per i disturbi alimentari.

I dati e la casistica parlano chiaro
«Secondo la letteratura scientifica - ha spiegato in conferenza stampa Pierandrea Salvo, direttore del Centro per la cura e la riabilitazione dei disturbi del comportamento alimentare di Portogruaro - va incontro a morte il 6 - 10% delle persone affette da anoressia e almeno la metà di queste morti è conseguenza della malnutrizione e delle sue complicanze. La normativa attuale prevede l'erogazione di cure in regime di obbligatorietà solo se esistono alterazioni psichiche tali da richiedere urgenti interventi terapeutici, se gli stessi non vengano accettati dal paziente e se non vi sono le condizioni e le circostanze che consentano di adottare tempestive ed idonee misure sanitarie extraospedaliere. Nella pratica clinica, quando i pazienti si oppongono ai suddetti trattamenti non vi è la possibilità di disporre un trattamento obbligatorio». «Nei casi in cui questo venga disposto - conclude - i servizi psichiatrici di diagnosi e cura non risultano dotati di competenze nutrizionali mentre i reparti internistici non sono dotati delle necessarie misure di sicurezza e delle competenze necessarie alla gestione di pazienti oppositivi. Ne risulta che i trattamenti obbligatori, seppur spesso assolutamente salva vita, nel nostro Paese non vengono erogati».


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