Lavoro e professione

Ortottica: screening a macchia di leopardo, investire su prevenzione e riabilitazione

di Lucia Intruglio*

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24 Esclusivo per Sanità24

Visione binoculare inefficiente, occhio pigro, strabismo (occhio storto). Sono solo alcuni dei disturbi trattati dalla professione sanitaria di Ortottista. Il 5 giugno si celebra la Giornata mondiale dell’ortottica, indetta dall’International Orthoptics Association (IOA https://www.internationalorthoptics.org/), che quest’anno ha scelto lo slogan “Orthoptists cover all angles!” “L'Ortottica da tutte le angolazioni” . Una metafora più che azzeccata, nonostante la peculiarità di tale professione, è diffusa ormai in tutto il mondo, coprendone ogni angolo; angoli che vengono usati anche dai colleghi per guardare i propri assistiti e fornire loro il migliore trattamento possibile. L’Ortottista è un operatore della salute, che si trova all’interno del novero delle professioni della riabilitazione, afferenti agli Ordini TSRM e PSTRP, in quanto si occupano proprio di riabilitare la visione, ma non solo. Oltre che nella riabilitazione siamo specializzati anche nella prevenzione, valutazione, trattamento e gestione delle anomalie visive, in particolare quelle che riguardano la funzione binoculare e la motilità oculare, per l'uso di qualsiasi dispositivo, dallo smartphone alle realtà immersive. In questo senso l'utilizzo di tecnologie, incrementato con la pandemia, necessita di una buona ed efficiente visione binoculare e per questo che studiamo con attenzione lo stato dell’accomodazione, delle vergenze, delle forie e della rifrazione.
Ci occupiamo di identificare e correggere i problemi visivi che possono comparire, non solo per patologie oculari, ma anche a seguito di malattie neurologiche come lo stroke (ictus), malattie infettive, diabete, traumi cranici, tumori, patologie neuro-degenerative, complicanze di interventi chirurgici e/o nell'utilizzo di farmaci. Disturbi presenti anche nelle malattie rare. Molti campi di azione, a fronte di una popolazione di professionisti, purtroppo esigua. In Italia oggi gli Ortottisti sono poco più di 3300, e di questi il 30% opera all’interno di strutture del SSN. È un dato che deve farci riflettere, se si considera la mole di skills e il bagaglio di esperienze che l’Ortottista matura durante il proprio percorso lavorativo. Crediamo che la nostra sia una professione che serva al Servizio sanitario nazionale, più di quanto non accada oggi. Per esempio, la prevenzione visiva rappresenta la pietra angolare per molti disturbi della visione, sia per la salute del cittadino, - come nei danni conseguenti a patologie invalidanti non riconosciute per tempo - ma anche come elemento di efficientamento e ottimizzazione delle risorse. Se si puntasse a una diagnosi precoce, si potrebbero ridurre i tempi per attivare i processi di cura e riabilitazione, risparmiando tempo e denaro.
Dobbiamo investire di più sulla prevenzione, solo così si intercetterebbero molte problematiche a carico della vista, permettendo a molte persone, in particolare nell’età evolutiva, di arrivare prima a diagnosi e a recuperare la funzione della visione per quanto possibile, il prima possibile. Purtroppo a oggi nel nostro paese assistiamo a una disomogenea applicabilità dei programmi di screening ortottici. Lo screening dell’ambliopia (occhio pigro) in età prescolare e scolare è effettuato da noi Ortottisti, in modo uniforme solo nelle provincie di Bolzano, Ragusa e Trento, tuttavia nel resto del territorio italiano solo su iniziativa lodevole di singole aziende territoriali.
Una prevenzione a due velocità, dunque, che conferma, inevitabilmente, quanto sia difficile avere le stesse cure in tutte le regioni. Un recente studio del “The European House-Ambrosetti” stima che investire 1 euro in prevenzione può fruttarne almeno 3 nell’arco di un decennio. L’Italia spende appena lo 0,5% della spesa sanitaria complessiva, contro una media Ue del 2,9%. Abbiamo il dovere nei confronti dei nostri cittadini e dei nostri figli di essere più efficienti, spendendo meno, ma spendendo meglio. Uno sforzo necessario, ma fattibile se si riuscisse ad operare meglio tutte le professionalità in un’ottica di integrazione inter-professionale e multidisciplinare, con l’autonomia e la responsabilità che compete ai singoli. Una ipovisione o un difetto rifrattivo non riconosciuti possono essere causa di cadute. La letteratura scientifica ha da anni denunciato che il mancato accertamento della condizione visiva, la mancata gestione e la mancata riabilitazione, sono causa di insuccesso della riabilitazione globale oltre che possibili gravi conseguenze come l’aumentato rischio di cadute nell’anziano e la depressione. L'obiettivo principale della riabilitazione visiva negli ipovedenti è proprio quello di ottimizzare il residuo di acuità visiva e capacità visive, migliorando la qualità della vita e l'autonomia nelle attività quotidiane. Dovrebbe essere garantita a tutte le persone, a maggior ragione nei confronti degli ultra 65enni in costante aumento tra la nostra popolazione.
Come Commissione di albo nazionale degli Ortottisti (FNO TSRM e PSTRP) abbiamo da poco licenziato un documento di posizionamento, entro cui abbiamo chiarito ancora una volta la nostra autonomia professionale, che come ci consegna la normativa vigente, ci permette di operare con le nostre competenze per tutelare il benessere e la salute dei nostri cittadini, spogliandoci anche della parte finale del nostro nome, passando da Ortottista - assistente di oftalmologia a Ortottista, eliminando quel concetto anacronistico di ancillarità nei confronti di altre professioni presentie ancora nel nostro nome.
Oggi la professione di Ortottista è molto cresciuta, siamo impegnati su molti fronti dagli screening ortottici a tutte le età, integrazione socio-sanitaria per bambini e adulti ipovedenti nell’inserimento a casa, scuola, lavoro, RSA, parte attiva all’interno delle equipe professionali, assistenza domiciliari, utilizzando lo sviluppo e l’evoluzione di HTA e telemedicina. Effettuiamo tutti gli esami di oculistica, compresa la misurazione della vista (significato di optometria), fornendo indicazioni su ogni dispositivo atto all'abilitazione, riabilitazione o compenso di natura protesica, morfo-estetica e funzionale del sistema visivo rispondendo altresì a nuovi bisogni di salute della popolazione.
Per diventare Ortottisti occorre iscriversi e frequentare il corso di laurea (a numero programmato) in Ortottica (L/SNT2 professioni sanitarie della riabilitazione) presso la Facoltà di Medicina e chirurgia, seguita da una formazione clinica e l'ottenimento delle necessarie abilitazioni o licenze per esercitare la professione. Per poter esercitare il proprio lavoro un Ortottista dovrà essere iscritto al proprio albo, che afferisce ai 61 Ordini dei TSRM e PSTRP.
Per la sanità del futuro ci aspettiamo nuovi modelli organizzativi, pensati per la persona, a cui siano fornite le risposte adeguate e tempestive per il proprio bisogno di cura, in modo omogeneo lungo tutto lo stivale. Se prevenzione e riabilitazione visiva fossero garantite ovunque saremmo un paese civile, perché il nostro è un sistema sanitario universalistico. Auguri di buona Giornata dell’ortottica ai colleghi ai cittadini e anche al nostro Sistema sanitario.

*Commissione di albo nazionale degli Ortottisti


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