Medicina e ricerca

Ovaio policistico, l’inositolo (e gli stili di vita) salva-fertilità

di Vittorio Unfer (IPUS - Istituzione di Alta Formazione Chiasso, Switzerland)

La sindrome dell'ovaio policistico (polycystic ovary syndrome, PCOS) è uno dei più comuni disordini ormonali nelle donne. Presente nel 5-10% delle donne in età fertile, rappresenta il principale motivo di mancato concepimento. Nonostante la sua frequenza, i meccanismi patogenetici della PCOS sono tuttora poco chiari. Evidenze scientifiche hanno dimostrato che l'insulino-resistenza e la conseguente iperinsulinemia (l'aumento del rilascio di insulina per compensare il suo minore effetto) sembrano avere un ruolo rilevante nella patogenesi della PCOS. Per questo motivo si è ipotizzato che sostanze insulino-sensibilizzanti che ripristinano, cioè, la sensibilità dei tessuti dell'organismo all'insulina, riducendo l'iperinsulinemia, possano risultare utili nella cura della PCOS.
Il primo approccio terapeutico deve essere rivolto al cambiamento degli stili di vita del paziente, specie se in sovrappeso o obeso, volti a favorire un calo ponderale e basati sull'aumento dell'attività fisica e sulla definizione di una dieta adeguata. Tutto ciò rappresenta un approccio iniziale sicuro ed economico per cercare di migliorare la funzione riproduttiva e il profilo metabolico di queste pazienti. Con l'obiettivo di abbassare l'iperinsulinemia sono stati anche introdotti vari farmaci insulino-sensibilizzanti, tra questi la metformina è il più impiegato negli USA per la PCOS. Anche altri (tiazolidinedioni) si sono rivelati efficaci ma possono indurre effetti collaterali, in alcuni casi anche gravi, quindi è stato necessario individuare nuovi approcci farmacologici.

Inositolo salva ovaio
I più promettenti riguardano l'impiego di una molecola naturale, chiamata inositolo, che è presente in nove diverse forme (stereoisomeri), due delle quali, myo-inositolo (MI) e D-chiro-inositolo (DCI), svolgono la funzione di secondi messaggeri dell'insulina, ma con modalità diverse. Infatti, mentre il MI è responsabile dell'assorbimento del glucosio, il DCI è responsabile della sintesi del glicogeno. Al fine di fare chiarezza su questi nuovi studi, la PREIS (Permanent International and European School in Perinatal Neonatal and Reproductive Medicine) ha promosso e organizzato una International Consensus Conference sul MI e DCI in ostetricia e ginecologia. Le conclusioni emerse da questo convegno hanno confermato che le alterazioni metaboliche causate dalla PCOS derivano spesso da una insulino-resistenza più o meno pronunciata. Per questo motivo, grazie al loro effetto insulino-sensibilizzante, sia il MI sia il DCI si sono mostrati efficaci nel migliorare i parametri metabolici delle donne con PCOS, senza provocare effetti collaterali.

I dati sperimentali e clinici hanno messo in evidenza come il giusto rapporto tra MI e DCI sia cruciale per il corretto funzionamento degli organi; infatti le due molecole regolano processi insulino-dipendenti diversi. Recentemente ho contribuito a dimostrare, concorde con la comunità scientifica, come la somministrazione di MI e DCI in un rapporto fisiologico plasmatico di 40:1 ripristini i parametri metabolici di donne con PCOS più rapidamente rispetto al MI da solo, diventando quindi la terapia più efficace in donne con PCOS sovrappeso o obese.
Dato che è una sindrome, la PCOS è caratterizzata da un insieme di sintomi non sempre tutti riscontrabili nei pazienti, che presentano una grande eterogeneità clinica, causa di non poche difficoltà nella definizione dei criteri diagnostici. Attualmente, la diagnosi di PCOS si basa su quanto stabilito dal Rotterdam PCOS Consensus Workshop (2003), cioè sulla presenza di almeno due dei seguenti tre criteri: oligomenorrea (alterazione del ritmo del ciclo mestruale) e/o anovulazione (mancato rilascio di un ovocita da parte dell'ovaio); segni clinici e/o biochimici di iperandrogenismo (eccessiva produzione di ormoni maschili); ovaio, più grande del normale, con all'interno numerose cisti. Per fare una diagnosi di PCOS, però, non devono essere presenti iperplasia surrenale congenita, sindrome di Cushing e tumori surrenalici o ovarici secernenti androgeni. La caratteristica principale della PCOS è l'anovulatorietà cronica, cioè la presenza di un ciclo mestruale in cui manca il rilascio di un ovocita da parte dell'ovaio. I sintomi della PCOS esordiscono solitamente in epoca puberale. Le principali manifestazioni cliniche della PCOS, non sempre tutte compresenti, sono irsutismo, acne, irregolarità mestruali, amenorrea, sovrappeso/obesità, disturbi della riproduzione. La sterilità/infertilità si manifesta nel 60-70% delle pazienti. La causa principale risiede nell'anovulazione cronica associata alla PCOS, ma può dipendere anche da un inadeguato sviluppo dell'endometrio.


© RIPRODUZIONE RISERVATA