Medicina e ricerca

Pet Therapy, il Fatebenefratelli porta nelle corsie oncologiche Pesca e Dafne

di Domenico Corsi (Direttore UOC Oncologia - Ospedale San Giovanni Calibita Fatebenefratelli Isola Tiberina Roma)

Se passeggiando per i corridoi del Fatebenefratelli Isola Tiberina di Roma vi sembra di vedere scodinzolare degli amici a quattro zampe, non state sognando, vi trovate nella sala d'attesa del reparto di Oncologia. Per la prima volta un ospedale romano apre le porte alla Pet Therapy, offrendo un sostegno ed un sorriso ai pazienti in attesa di una visita oncologica o del trattamento chemioterapico.
Da tempo consideriamo la sala di attesa uno spazio di accoglienza nel quale prendersi cura del tempo e dell'attesa dei nostri pazienti, allo scopo di tradurre concretamente nella quotidiana concitata attività dei nostro reparto quel concetto talora abusato di umanizzazione delle cure, fortemente sentito dai pazienti, dai loro familiari e dall'opinione pubblica, ma altrettanto contrastato dai tempi contingentati e dalle risorse ridotte del nostro Sistema sanitario.
Nel terreno dell'ospitalità e dell'accoglienza che caratterizzano l'Ordine dei Fatebenefratelli abbiamo sempre sostenuto una visione antropocentrica della medicina, ponendo il malato e non la malattia al centro dell'attenzione e delle cure e caldeggiando la presa in carico globale del paziente oncologico attraverso un approccio olistico e al contempo palliativo nel senso strettamente etimologico del termine, con l'obiettivo non solo di trattare la malattia con le migliori risorse terapeutiche, ma anche di riconoscere e di prenderci cura di tutti i bisogni che il malato di tumore manifesta nel corso della sua malattia.
Abbiamo pertanto accolto molto positivamente la proposta di effettuare all'interno della nostra sala di attesa degli interventi di Attività Assistita con Animali, supportati dalle numerose evidenze che documentano come l'animale possa rappresentare in tante situazioni di disagio e di difficoltà una fonte preziosa per migliorare lo stato di salute e la qualità di vita.
Questi interventi si fondano sul ruolo dell'animale come “mediatore” di un processo di relazione con l'essere umano, volto a favorirne il benessere e, in casi particolari, la cura e la riabilitazione di situazioni di malattia o disabilità.
Le linee guida nazionali elaborate dal Centro di referenza nazionale in collaborazione con il ministero della Salute definiscono gli Interventi assistiti con gli animali (Iaa) delle prestazioni a valenza terapeutica, riabilitativa, educativa e ludico-ricreativa che prevedono il coinvolgimento di animali domestici, rivolti prevalentemente, ma non esclusivamente, a persone affette da disturbi di natura fisica, neuromotoria, psichica e psichiatrica.
Queste attività vengono già svolte in Italia all'interno di scuole, centri diurni, hospice, case famiglia per persone con disabilità psichiche e fisiche, case di cura per anziani (R.S.A.), nonché in alcuni ospedali, per lo più pediatrici.
La presenza di animali nei centri di oncologia è abbastanza diffusa all'estero, anche se i dati relativi all'utilità degli Iaa nei pazienti oncologici sono abbastanza limitati. Viene comunque riportato in letteratura un ruolo degli stessi nel ridurre l'ansia, il dolore, l'astenia e la sofferenza psicologica dei pazienti e nel migliorare la loro aderenza al trattamento antineopastico e il loro benessere sociale ed emozionale, senza rischi legati alla trasmissione di infezioni e problemi di sorta per la salute del paziente.
In un'isolata esperienza italiana condotta qualche anno orsono in pazienti affetti da tumore sottoposti a pet therapy invitati alla compilazione di questionari e monirati nei loro parametri vitali, l'intervento si associava ad un miglioramento della depressione e ad un incremento dell'ossigenazione arteriosa.
Con l'aiuto di Pesca e Dafne, due cagnolini di piccola taglia, dei loro addestratori e di un'equipe di psicologi intendiamo offrire ai nostri pazienti una valvola di sfogo emozionale attraverso un gioco di proiezioni tra cane e uomo finalizzato a trasferire sull'animale il proprio mondo interiore e i propri stati d'animo.
Con l'utilizzo di situazioni interattive, ricreative e ludiche gli operatori impegnati nel progetto stimolano l'integrazione sociale e relazionale dei pazienti allo scopo di aumentare le risorse a loro disposizione per affrontare le proprie problematicità, pur non agendo direttamente sulle stesse.
Il linguaggio non verbale che regola il rapporto uomo animale favorisce uno scambio reciproco di stimolazioni sensoriali e facilita l'espressione delle emozioni nella relazione. I feed-back positivi di un animale, che è accarezzato o che asseconda le verbalizzazioni o i gesti di una persona malata, costituiscono un rinforzo positivo all'espressività emotiva. Analogamente l'accettazione incondizionata che caratterizza il rapporto stesso favorisce il senso di fiducia e di autostima, aumenta la sicurezza personale e riduce i livelli di ansia. Da ultimo i processi inconsci di difesa, quali l'identificazione, la proiezione e la compensazione che intervengono all'interno del rapporto aiutano l'individuo a raggiungere un equilibrio a livello psichico.
In questa prima fase i principali obiettivi sono stati valutare la fattibilità del progetto e l'apprezzamento dei pazienti nei confronti dello stesso. I timori di una diffidenza o di un rifiuto dell'iniziativa si sono rapidamente dissolti di fronte alla curiosità e all'interesse manifestato dai nostri pazienti. Per conto nostro siamo entusiasti della collaborazione con questi amici a quattro zampe e ci proponiamo in un prossimo momento di strutturare un percorso nel quale misurare su scala più ampia gli eventuali effetti legati all'intervento, augurandoci che i benefici che la pet therapy ha dimostrato di poter apportare in altre situazioni si verifichino anche nei malati di tumore.


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