Medicina e ricerca

La Società italiana di urologia si riorganizza e programma il futuro

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La Siu, Società italiana di urologia, annuncia "una riorganizzazione interna con alcune modifiche statutarie" attuate per "allinearsi a una struttura nuova e più snella". Le novità sono state formalizzate a Riccione, al termine del 95esimo Congresso nazionale. Le cariche di segretario generale e presidente cambiano, cosi come cambia la denominazione del “comitato esecutivo”, che si trasforma in “consiglio direttivo”. Nessuna modifica di nomi, invece, dal momento che il congresso elettivo è stato quello dello scorso anno.

Ecco quindi come sono riorganizzate le cariche. Presidente: Giuseppe Carrieri (direttore del Dipartimento di Urologia del Policlinico Riuniti e dell’Università di Foggia e professore ordinario di Urologia oltre che Prorettore della medesima università)
Consiglio Direttivo: Vincenzo Ficarra (Responsabile ufficio scientifico e professore di Urologia all’Università di Messina oltre che direttore del Dipartimento di Urologia all’Azienda Ospedaliero Universitaria ‘Gaetano Martino’ di Messina); Andrea Minervini (Responsabile ufficio ricerca, direttore del Dipartimento di urologia oncologica mininvasiva robotica ed andrologica dell’azienda ospedaliera universitaria Careggi (Firenze); Vincenzo Mirone (Responsabile ufficio risorse e comunicazione, professore di urologia all’Università Federico II di Napoli e direttore del dipartimento di urologia); Andrea Salonia (Responsabile ufficio educazione, professore di Urologia all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano).

Presidente onorario del congresso SIU: Andrea Tubaro (Professore Ordinario di Urologia e Direttore della Scuola di Specializzazione in Urologia all’Università ‘La Sapienza’ di Roma, Responsabile UOC di Urologia all’Azienda Opedaliero-Universitaria Sant'Andrea di Roma).

“Guidare gli Urologi italiani rappresenta una sfida avvincente che spero di onorare al meglio delle mie possibilità – ha dichiarato Carrieri –. Credo in una SIU espressione di tutti gli urologi italiani, vicina alle loro esigenze, ideatrice e propositrice di processi di crescita culturale e professionale, garante di tutte le tutele richieste dalla nostra specialità. Oggi viviamo in uno scenario in rapida evoluzione, in cui i pazienti hanno acquisito maggior consapevolezza delle proprie problematiche, dei loro diritti e della loro capacità di scelta terapeutica. Non solo: nel nuovo contesto noi urologi saremo sempre più chiamati soprattutto a raffrontarci con i colleghi delle altre specialità, nell’ambito di una multidisciplinarietà ormai non più differibile. Aumenteranno i contatti con le istituzioni, sia per quanto riguarda i DRG sia per ciò che concerne la copertura urologica delle aree. E l’educazione sarà sempre più ‘demanding’”.


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