Medicina e ricerca

Aigo: inutile un esame su quattro, nuova era per la gastroenterologia e più efficienza del sistema sanitario

di Marco Soncini*

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24 Esclusivo per Sanità24

Almeno un quarto degli esami che si effettuano annualmente in Italia in ambito gastroenterologico non sono necessari. Una mole di circa 650mila prestazioni su 2,6 milioni di esami endoscopici complessivi effettuati a livello nazionale ogni anno. Tali risultati sono emersi da un’analisi realizzata da Aigo (Associazione italiana gastroenterologi ed endoscopisti digestivi ospedalieri), che riunisce 2 mila specialisti in tutte le regioni, e sono stati raccolti in un position paper con cui l’associazione vuole richiamare la necessità di aprire una nuova era della gastroenterologia, più efficiente, senza sprechi, appellandosi alla responsabilità delle amministrazioni ospedaliere e al ruolo delle istituzioni.
Basti pensare che una gestione più oculata delle prestazioni endoscopiche permetterebbe di conseguire un risparmio economico annuo di oltre 81 milioni di euro se si considera che la spesa media per ogni prestazione è di 125 euro a seconda delle variabili regionali*. Anche i benefici in termini di impatto ambientale sarebbero rilevanti. Si stima infatti che il 4,4% delle emissioni globali di gas a effetto serra nel mondo sia prodotto dai sistemi sanitari. Per ogni esame si producono circa 2 chilogrammi di rifiuti, composti per la maggior parte da dispositivi monouso destinati ad essere smaltiti in inceneritore. Limitandosi a quelli necessari, avremmo un risparmio di oltre 325.000 chilogrammi in CO2* prodotti dalla combustione di 1.300 tonnellate annue di scarti. A ciò vanno aggiunte le mancate emissioni legate agli spostamenti dei pazienti, alla catena di approvvigionamento, all’impiego di posti letto e risorse umane.
Gli esami endoscopici sono indagini open access, ossia possono essere prescritti dai medici di diverse discipline. Questo genera frequenti casi di prescrizione al di fuori delle linee guida e quindi dalle corrette indicazioni. Spesso anche la fase di sorveglianza endoscopica di alcune malattie è fonte di inappropriatezza, con la tendenza a effettuare monitoraggi troppo ravvicinati, che aumentano il numero di prestazione non necessarie.
La tecnologia offre grandi opportunità per concorrere agli obiettivi di efficienza, mantenendo elevati standard di cura. Una delle soluzioni più virtuose che il sistema sanitario può offrire è ad esempio la telemedicina, grazie alla quale è possibile limitare gli spostamenti. La telemedicina è in particolare un valido strumento per le visite di follow-up in soggetti con malattie croniche, per le visite di secondo parere di pazienti che risiedono lontano da un ospedale, per inviare referti o per valutare esami strumentali e di laboratorio in pazienti che sono già stati visitati. Lo scambio di informazioni più agile tra medico e paziente permette inoltre l’individuazione di un piano di cure adeguato, escludendo la prescrizione di esami diagnostici spesso superflui e invasivi.
Ci sono molte strade che si possono percorrere insieme, cominciando dalla gestione delle strumentazioni che può contribuire a un significativo minore impatto economico e ambientale. Penso per esempio alle pinze bioptiche che vengono a contatto con il paziente solo alla loro sommità e che potrebbero essere monouso solo per quella parte. Il position paper di Aigo disponibile online potrà essere un punto di partenza per avviare la discussione tra le varie anime della sanità, dalle istituzioni alle aziende.

*Presidente nazionale Aigo e direttore di dipartimento di area medica presso la ASST di Lecco


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