Medicina e ricerca

Disturbi alimentari, la solitudine peggiora la prognosi

di Patrizia Todisco *

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Sollecitati da quanto accaduto in occasione della pandemia da Sars-CoV2, durante la quale l’isolamento sociale e il senso di solitudine hanno contribuito al peggioramento della sofferenza psicologica e all’insorgenza di problematiche psicologico-psichiatriche nella popolazione, alcuni clinici e ricercatori all’interno del gruppo KOS-Neomesia hanno deciso di indagare il costrutto della solitudine, in particolare nell’ambito dei disturbi dell’alimentazione. Queste patologie, infatti, durante il periodo più duro della pandemia caratterizzato dai diversi lockdown per contrastare la diffusione del Covid-19, hanno mostrato un aumento di nuovi casi e il peggioramento di quelli già conclamati. Anche per questi disturbi uno dei fattori implicati è risultata la mancanza di contatti sociali e quindi l’isolamento.
Una rapida review della letteratura ha permesso di evidenziare come il tema della solitudine sia stato poco indagato nell’ambito dei disturbi dell’alimentazione, sebbene possa rappresentare un fattore di rischio, un fattore scatenante e di mantenimento come pure una conseguenza di queste problematiche. L’interesse clinico ha trovato quindi sostegno nella scarsità dei dati nella letteratura internazionale.
Il progetto di ricerca ha coinvolto quattro strutture del gruppo KOS-Neomesia (Villa Margherita – Arcugnano, Vicenza; Villa Pini, Firenze; Villamare-Ville di Nozzano, Lucca; Villa Armonia Nuova, Roma) dove sono presenti specifiche unità riabilitative per il trattamento dei disturbi dell’alimentazione in regime di ricovero e dove ai pazienti con disturbi dell’alimentazione di sesso femminile ed età compresa tra i 16 e i 60 anni è stato chiesto di partecipare allo studio.
Il campione studiato da inizio luglio 2021 a inizio dicembre 2022 è costituito da 197 donne con un’età media di 26,80 anni (± 10,48 anni), una durata media di malattia di 7,44 anni (± 8,63 anni) e nel 44,7% dei casi con alle spalle da uno a più ricoveri per il trattamento dei disturbi dell’alimentazione (mentre il 55,3% era al primo ricovero). I single rappresentano la maggioranza (77,6%), mentre solo 22 soggetti (11,1%) convivono e altri 22, seppur non conviventi, hanno riferito una relazione affettiva stabile.
La diagnosi di disturbo dell’alimentazione, effettuata da psichiatri esperti e secondo i criteri diagnostici del Dsm-5 (Manuale Diagnostico statistico delle malattie mentali, 5° edizione, APA 2013) ha permesso di riconoscere all’interno del campione: 87 pazienti (44,2%) affetti da anoressia nervosa di tipo restrittivo; 33 soggetti (16,7%) affetti da anoressia nervosa di tipo bulimico-purgativo; 35 individui (17,8%) con bulimia nervosa; 34 pazienti (17,2%) con disturbo da binge-eating; 8 soggetti (4,1%) affetti da un disturbo dell’alimentazione con altra specificazione.
I partecipanti allo studio hanno compilato una serie di questionari scelti per evidenziare possibili relazioni tra questi disturbi e la solitudine. Dai test è emerso: un legame tra la solitudine e la durata di malattia, a indicare che maggiore è la durata del disturbo dell’alimentazione maggiore è il livello di solitudine provato; un peggioramento della qualità della vita con più alti livelli di solitudine; una minore capacità di regolare le proprie emozioni, capire quelle altrui, capire le informazioni sociali ed empatizzare con gli altri nei pazienti con maggiori vissuti di solitudine; la presenza di maltrattamenti attivi o passivi durante l’infanzia soprattutto nei pazienti più gravi e più isolati.
Lo studio ha raccolto dati da diversi centri italiani evidenziando come la solitudine sia poco studiata ma molto diffusa nei disturbi dell’alimentazione e in grado di peggiorarne la prognosi.
I dati offrono, inoltre, nuove interessanti prospettive come la possibilità di lavorare su specifiche capacità dell’individuo per migliorarne i vissuti attraverso una riabilitazione psico-sociale personalizzata che modifichi il vissuto di solitudine e quindi l’esito dei trattamenti per i disturbi dell’alimentazione.

* responsabile Unità di riabilitazione psiconutrizionale per i disturbi dell’alimentazione di Villa Margherita di Neomesia (Gruppo KOS)


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