In parlamento

Stabilità 2016/ Salta il rischio professionale. Tentativo in extremis di salvare le assunzioni dei medici. S’inasprisce il confronto con i camici bianchi che mercoledì incroceranno le braccia

di Barbara Gobbi

Il tandem risk-assunzioni non ha funzionato: per mancanza di copertura e perché il pacchetto che si intendeva trasferire è essenzialmente di natura ordinamentale, il Governo ha fatto marcia indietro sull’emendamento che agganciava almeno in parte ai risparmi attesi dalle norme anti-medicina difensiva, lo sblocco delle assunzioni e l’adeguamento alla direttiva Ue sugli orari di riposo di medici e infermieri.

In queste ore si sta lavorando dunque a riscrivere l’emendamento, agganciandolo a uno di quelli già presentati (è in corso la votazione in commissione Bilancio). L’impianto della norma, per quanto riguarda le assunzioni, dovrebbe comunque restare analogo a quanto già anticipato da Sanità 24 venerdì scorso : entro marzo le Regioni dovrebbero portare a un tavolo tecnico con il Governo i risultati del monitoraggio dell’esistente (inclusa la verifica del personale inidoneo) e tamponare nel frattempo l’emergenza con contratti a termine che impiegherebbero i precari. Entro l’anno, poi andrebbero banditi i concorsi per le nuove assunzioni e per stabilizzare - per una quota pari al 50% - il personale già in servizio.

Lo sciopero in arrivo. Proprio in queste ore i medici sono in conferenza stampa a Roma per fare il punto sulle ragioni della protesta che culminerà mercoledì 16 con uno sciopero nazionale. In agenda, proprio i tagli al Ssn e l’insostenibilità del lavoro, sempre più burocratizzato e stressante. Il tentennamento delle ultime ore sull’emendamento che avrebbe dovuto risolvere la questione turni, precari, e organici, aggiunge benzina sul fuoco.

L’interrogazione dei M5S sulla direttiva orari di lavoro. La Commissione europea garantisca un equo orario di lavoro per i medici e il personale sanitario in Italia. Lo chiedono con un'interrogazione parlamentare gli eurodeputati M5S Piernicola Pedicini e Marco Affronte. Nel 2014 la Commissione europa aveva rinunciato a deferire l'Italia dinanzi alla Corte di giustizia Ue - ultimo passaggio di una procedura d'infrazione - per la violazione della normativa europea sull'orario di lavoro (2003/88/CE) da parte della normativa italiana sull'orario di lavoro dei medici e del personale del servizio sanitario nazionale. La direttiva europea prevede il limite di 48 ore per l'orario lavorativo settimanale medio e il diritto a periodi minimi giornalieri di riposo di 11 ore consecutive. «A distanza di un anno dall’entrata in vigore della legge, la situazione del personale medico italiano non è mutata - spiegano i due eurodeputati M5S - in quanto i medici sono ancora sottoposti a turni di lavoro spropositati e illegittimi, con il pericolo che venga messa a rischio la sicurezza delle cure nei riguardi degli ammalati». Pertanto Pedicini a Affronte chiedono alla Commissione europea di considerare “una nuova procedura d'infrazione contro l'Italia così come aveva già fatto del 2011”.

La sorte del “risk”. Dopo il naufragio dell’ipotesi su un eventuale stralcio del pacchetto con le norme sul civile, il testo sulla responsabilità professionale prosegue in versione integrale il suo iter: potrebbe approdare tra domani e mercoledì nell’Aula della Camera. «Avevo dato la mia disponibilità a inserire alcuni articoli, in particolare quelli sulla responsabilità civile, nel testo della legge di Stabilità - afferma il relatore Federico Gelli - ma ora proseguiamo dritti sulla strada che riforma in modo sostanziale tutta l’area del contenzioso medico-professionale».


© RIPRODUZIONE RISERVATA