Lavoro e professione

Il lato agghiacciante della legge di Stabilità

di Cosmed

Nuovi agghiaccianti particolari sulla prossima legge di stabilità. Dopo 6 anni di blocco contrattuale il governo finanzia il prossimo contratto con un aumento di 200 milioni di euro per il 2016, essendo i dipendenti pubblici 2 milioni si tratta di un aumento medio pro capite di 100 euro lordi annui ovvero meno di 8 euro mensili lordi. Contemporaneamente però dal 1 gennaio 2016 il salario di risultato per i dirigenti sarà ridotto del 10%. Si tratta di una ulteriore decurtazione immediata assai maggiore dei futuri aumenti ipotizzati. A nulla sono valsi i richiami della Corte Costituzionale: il governo risponde con un'elemosina provocatoria, commenta la Confederazione dei medici e dirigenti.
Sono altre le priorità dell'esecutivo, altre le necessità da soddisfare ritenute più idonee al ritorno elettorale e alle convenienze politiche.
Sul piano occupazionale i tagli proposti sono brutali: la spesa per il personale si deve ridurre nel 2016 del 10% rispetto al 2015 con un turnover massimo del 40%, il 50% dei posti vacanti viene cancellato dalla dotazione organica. Il fondo per il Ssn previsto dal patto della salute è ridotto di 2,5 miliardi dopo che in questi anni sono stati tagliati 32 miliardi. Si dimentica che il Ssn è la più grande azienda del paese e concorre al 10 % del Pil. Resta difficile immaginare la tenuta dei servizi pubblici di fronte a questa reiterata ondata di tagli lineari mentre continua l'emanazione di leggi speciali per il servizio pubblico e i suoi dipendenti. Si vuole far credere che si taglieranno solo gli sprechi e non i servizi, in realtà si procede con tagli lineari e non mancheranno le ricadute sui servizi essenziali. Ormai la questione è politica: si vuole demolire quello che resta del welfare del Paese: ci attende una vera e propria emergenza sociale. Non hanno il coraggio di dirlo esplicitamente ma lo stanno facendo nei fatti. La stessa classe politica che ha prodotto gli sprechi adesso cerca di utilizzarli per giustificare i tagli. Rischiamo di trovarci in un Paese senza diritti.
La Cosmed sente il dovere, la cui necessità evidentemente sfugge ai decisori politici, di spiegarlo ai cittadini prima che sia troppo tardi.


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